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Vogliono cambiare ancora il Padre nostro. Della nuova versione sembra accettabile la lezione “non farci entrare nella prova”, in quanto corrispondente all’originale greco. Il pane “necessario” non pare giustificato, perché il termine “epiousion” nessuno sa cosa significhi (forse, come testimonia san Girolamo, vuol dire “del domani”). “Perdona… come noi abbiamo perdonato” è sviante rispetto al testo latino (liturgico, dunque ancora attuale, grazie a Dio), perché sceglie il passato al posto del presente (“dimittimus”).
Nell’originale greco troviamo “aphekamen”, “li abbiamo rimessi”. Se si opta in toto per il testo greco, tuttavia, bisognerebbe tradurre, per coerenza, anche “liberaci dal Maligno”, come lascia intuire la versione greca.
Cambiare ancora i lezionari e i messali per questa ulteriore traduzione, a mio parere insoddisfacente, sarebbe per lo meno discutibile, senza contare il disorientamento prodotto nei fedeli dalle continue variazioni. Spero vivamente che si torni al testo del Padre nostro che i cristiani hanno adottato per duemila anni, e che ormai fa parte integrante non solo della preghiera personale e liturgica, ma anche della vita.