Poesia italiana del XXI secolo

Vanni Schiavoni è nato a Manduria nel 1977, vive a Bologna. Ha pubblicato le raccolte poetiche Nocte. Nascita di un solstizio d’inverno, Firenze Libri, 1996, Il balcone sospeso, Lisi editore, 1998, Di umido e di giorni, Lietocolle, 2004. Nel 2006 ha dato avvio alla sua personale Trilogia delle radici, pubblicando Salentitudine, Lietocolle, e, successivamente, Guscio di noce, Lietocolle, 2012. Di  prossima pubblicazione  è il terzo e ultimo capitolo: Gli atleti. Nel 2020 ha dato alle stampe una sorta di spin-off della Trilogia, la plaquette Quaderno croato, Fallone editore. Ha curato l’antologia poetica Rosso. Tra erotismo e santità, Lietocolle, 2010. Ha pubblicato i romanzi Come gli elefanti in Indonesia, LiberArs, 2001, e Mavi, Emersioni, 2019.

Isole Incoronate

 

Incoronate come piccoli errori delle onde

stanno come testuggini ingiallite a rimestare il fondo

come poeti alla deriva o fanteria senza generali

un cenno di mendicanti di poco coraggio,

stanno così queste isole inermi

dormienti come uccelli naufragati

sparsi sulle loro braci come pigne cadute

come sopracciglia nel sentimento di resa.

 

Restiamo stupiti fino al consueto

di questo mare affollato da millenni

di questo mare che alimenta terremoti da sempre

e prevedibile il prossimo, calcolabile quasi

come una traiettoria senza attrito che è distanza

e insieme congiunzione invisibile e fisica

un presagio necessario nella retina segnata

dalle schegge dell’ultima scossa.

 

Sempre spinti a improvvisare

condensiamo in strappi la memoria.

*

Spalato

 

Fiuma la terra di Spalato tutta

dove in rivoli slavi il disordine si scompone

e sulle macerie sembra calata una semina nuova

sembra che il tempo porterà a tumore le cose

a maturazione sui tetti le carcasse dei frutti.

 

Io cerco mosaici e roghi nella villa fortificata

tu un punto sulla mappa

hai cerchiato tre volte e dici

vuoi vedere com’è fatta una torbiera

se davvero può cambiare il paesaggio

se ancora possiamo chiedere qualcosa

mentre il profumo sicuro della vita ci penetra.

 

Ma il nostro è un viaggio libero e se i cartelli sconsigliano

di muoversi fuori dai sentieri tracciati

una guardia è costretta a ribadirlo a muso duro

nella sua lingua rude e sconosciuta

contro i nostri sorrisi fintodispiaciuti

le scuse sincere nel modo italico.

*

Split

 

Non spiega molto dei nodi marinari

l’avvicendarsi dei tramonti a largo di Split

quando il sole si piega all’orizzonte tenendosi per le dita

senza dare punti di decisione.

 

Tutto si specchia come in un contagio

a cominciare dal mio cognome

per finire col tuo profilo, nonostante sia spaesante

la sbilanciata conoscenza dei fatti.

 

Non c’è la violenza che speravo

o qualcosa che chiamiamo per abitudine straniero.

 

Eppure felici

ecco come ci crediamo: felici di netto

in questo plagio impreciso e continuo degli sguardi

capaci da qui di provare a richiamare l’umanità intera

all’issarsi di reti e della tradizione

che mi indichi di tanto e ogni volta è niente.

 

L’aria sul muro di cinta rifrange

i flutti di vita sul lato dei pianti.

Da Quaderno croato, Fallone Editore, 2020.

La poesia di Schiavoni testimonia che accanto ad un pensiero meridiano, esiste anche una linea poetica meridiana; e che l’identità culturale italiana si è costruita dualisticamente non solo sulla sponda orizzontale mediterranea, ma anche lungo quella verticale adriatica. Questa scrittura risuona di quest’anima geografica, senza per questo perdere un brillante profilo globale e metropolitano. Il verso prende forma per attrazione di parole, concetti, cose, luoghi che assumono forza e autonomia di sintagmi. Ne fuoriesce una poesia di grande potenza evocativa, identitaria senza essere locale, plastica senza essere modernista, sapienziale senza essere astratta.

(Pasquale Vitagliano)

 

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