Poesia italiana del XXI secolo. Cristina Annino

di Rosa Salvia

La peculiarità più energica e costante nell’ampia produzione letteraria di Cristina Annino è una lingua “in tensione”, che non si ripete mai, ma che si rinnova come attraverso mutazioni genetiche: sarcastica, irriverente, camaleontica, affabulatoria. L’estro inventivo che anima la nostra poetessa la porta a produrre una sorta di lingua autosufficiente nella sua legislazione anomala. Cristina Annino va tradotta, anche se non sempre i suoi enigmi sono decifrabili appieno. Rintracciare il percorso di certe parole è come scavare cunicoli nelle stratificazioni delle sue letture: le più varie, curiose e smisurate che si possano immaginare. Succede così che i virtuosismi e le preziosità del linguaggio servano a velare, con la dignità di una mediazione coltissima, le pulsioni più oscure e le situazioni più crude; la realtà esterna è sempre messa in rapporto con quella interna, attraverso una istintiva ma consapevole ribellione nei confronti della mimesi, cioè dell’imitazione della natura e del mondo esterno. Una vis poetica che si rapprende in grumi che oscillano fra prosa e verso in una modulazione aforistico-proverbiale che non sfocia però in autoreferenzialità perché sempre permeata di humour e di sottile ironia. 

Ho scelto di proporre all’attenzione dei lettori la raccolta poetica Le perle di Loch Ness –

Aripelago Itaca, 2019

Prima di trascrivere due poesie, riporto una riflessione del poeta, saggista, critico letterario Stefano Guglielmin profondo conoscitore della poesia della Annino (Blanc de ta nuque, 15 aprile 2019)

“Il libro contiene anche alcuni brevi racconti inediti riguardanti l’esperienza spagnola della poeta.

Le poesie ci confermano l’unicità della scrittura anniniana, il coraggio di piccoli editori e la miseria

della grande editoria, che predilige solamente una via del poetico italiano, quella in cui il parlato e il letterario si incontrano a mezza strada. Anche Annino, invero, fugge la retorica, ma nemmeno si fida della lingua che abbia l’urgenza di essere compresa. Con lei nessun a-capo è scontato, il suo

periodare coniuga surrealismo e biografia, dadaismo e abilità figurale nel dare forma nuova all’evento ordinario. Questa è poesia, non c’è dubbio, ossia quanto di più lontano dall’epigonismo contemporaneo”.

L’amico della volpe

*

Trecento triste, gli amici!

Spalancano porte nelle ore

che sono in orario. Cattivi né

buoni col fermo del sorriso a metà

e frasi di pallottole

per la caccia; convinti

che parlare sia umano, il silenzio

meno. Fugge ogni senso. Poi

frullando il bicchiere della staffa,

a piombo le scale fino al

mento, ridanno al monaco l’abito

che lo fa. Mai

puntare il mondo su un cavallo solo.

**

Non li ricordo più fino

in fondo, i nomi scorrono dal

rubinetto. Uno solo guizzò tra le sedie

colpito dal fulmine, baloccava le frasi.

Era

un gioco col tele comando, magari

finzione; però zitto fissava il

piancito come fa

l’universo cavo. Quasi uno sparo

gli salisse le scale interne sopra

il menisco. Svaniva piano

la sua faccia a velo nel sibilo delle mani

su un corno. Avvisò

la volpe dei cani, forse, scacciando

morte da quelle frasi, perché

poi si torse così, di fronte: è troppa

carne per il mio spirito!

Cristina Annino, all’anagrafe Cristina Fratini (Arezzo 1941), a Firenze si laurea in Lettere moderne

e frequenta il Caffè Paszkowski dove entra in contatto con il Gruppo 70. Nel 1969 con le Edizioni

Tèchne di Firenze, pubblica il suo primo libro di poesia, Non me lo dire, non posso crederci.

Nel 1984 Walter Siti la include nel terzo volume di Nuovi poeti italiani (Einaudi). Nel 1987, grazie

ad Antonio Porta pubblica Madrid (ed. Corpo 10). Nel 2001 Franco Loi e Davide Rondoni

la inseriscono nell’antologia Il pensiero dominante – Poesia Italiana 1970 – 2000 (Garzanti, 2001).

Fra le sue raccolte poetiche più recenti Magnificat, raccolta antologica di tutta la sua produzione

(puntoacapo, 2009 – Premio Lorenzo Montano nello stesso anno); Chanson turca (LietoColle, 2012); Poco prima di notte, plaquette (Arca felice, 2013); Anatomie in fuga (Donzelli, 2016).

Le sue opere in prosa: Boiter, l’affarista della sua pace (Forum/Quinta generazione, 1979); Connivenza amorosa (Greco§Greco, 2017).

Appassionata pittrice, ha curato numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero.

Un pensiero su “Poesia italiana del XXI secolo. Cristina Annino

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