Ricorda
“…anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto” (Es 23,9).
Nella fatica
il riscatto, la luce
del nascere che si ripete.
Io ti prometto
che godrai
del frutto del tuo sudore.
Ma ancora più se saprai
vedere il vuoto
che ti sazia, il compenso
nello spazio
da cui liberi la mano.
Non mieterai fino ai margini
del campo. Sarà dolce
la tua gloria
come acino
caduto non raccolto
lasciato al forestiero.
***
Giona
L’onda
cerca una breccia
assale il fasciame.
Il cielo abbraccia il mare
e il tempo si rovescia.
Non hai trovato scampo
nella stiva
nel sonno solitario
che sconfessò la prova.
Ora ti credi
in una morte più sicura.
Non accetti ch’io perdoni
il tuo nemico
e che t’inviti
a un altro inizio, un rinnovo
di creazione.
Ti muovi appena.
Ma io ti vedo anche nel buio,
anche nel ventre
(la balena
è il lutto necessario
prima del parto):
io vedo quello
che ancora non sei
il ramoscello
che il tuo nome porta
dall’ulivo
fatto di luce.
E ti aspetto sulla riva.
Ti aspetto
dentro la tua voce.
[Yonah in ebraico significa “colomba”]
***
Dal roveto
“Mi diranno: «Qual è il suo nome?». E io che cosa risponderò loro?»” (Es 3,13).
Io-ci-sono-io-ci-sarò:
non ti lascio
e non sono ancora
tutto.
Come un nido è il mio Nome
che cresce con l’uomo.
In me
c’è spazio per il grido
la lode
il dubbio.
Torna se vuoi.
Se puoi spicca il volo.
Se anche mi scordi
non sarai mai
solo.
[da Midbar, Raffaelli Editore 2019]
Nella fatica
il riscatto,