Poesia italiana del XXI secolo

Raffaela Fazio è nata ad Arezzo nel 1971,  lavora come traduttrice a Roma, dopo aver vissuto dieci anni in diversi paesi europei. I suoi titoli universitari e post-universitari comprendono: lingue e politiche europee (Grenoble), traduzione e interpretariato (Ginevra), scienze religiose e arte cristiana (Roma). È autrice di due guide di iconografia cristiana: Face of Faith. A Short Guide to Early Christian Images (2011) e La corona che non appassisce: l’escatologia nell’arte funeraria dei primi cristiani (2020). Ha pubblicato vari libri di poesia, tra cui: L’arte di cadere (Biblioteca dei Leoni, 2015); Ti slegherai le trecce, Coazinzola Press, 2017; L’ultimo quarto del giorno, La Vita Felice, 2018; Midbar, Raffaelli Editore, 2019; Tropaion, Puntoacapo Editrice, 2020; A grandezza naturale 2008-2018, Arcipelago Itaca, 2020; Meccanica dei solidi/ Solid Mechanics, Puntoacapo Editrice, 2021; Un’ossatura per il volo, Raffaelli Editore, 2021. Nel 2021 e? uscito il suo primo libro di racconti come vincitore del primo premio Narrapoetando 2021, Next Stop. Racconti tra due fermate, Fara Editore, 2021. Si è inoltre occupata della traduzione dal tedesco di Rainer Maria Rilke, le cui poesie d’amore sono state raccolte in Silenzio e Tempesta , Marco Saya Edizioni, 2020. Nel 2021 uscirà una raccolta di poesie di Edgar Allan Poe, tradotte dall’inglese. I suoi libri hanno ricevuto segnalazioni e premi in vari concorsi letterari. Fa parte lei stessa della giuria di due premi. Ha partecipato ad antologie, festival di poesia, letture collettive.

Birdwatching

 

Ci appostiamo.

Voi tra i giunchi

io su un piano.

È dal fianco del monte

ch’io aspetto

il levarsi di un segno.

Voi studiate

lo stagno, chi scende

a beccare l’insetto.

E poi a sera

ci scambiamo gli appunti.

O restiamo in silenzio.

 

Forse un giorno

quei voli diversi

bucheranno la linea del tempo

 

fino a noi nuovamente.

E noi tre a guardarli

a guardarci distanti

ma uniti

su uno stesso orizzonte.

 

Da Un’ossatura per il volo, Raffaelli Editore, 2021.

 

*

 

In acque calme

 

(in ricordo di George L. Fox, pastore metodista, Alexander D. Goode, rabbino, Clark V. Poling, ministro riformato, e John P. Washington, sacerdote cattolico, i quattro cappellani a bordo della Dorchester, che cercarono di assistere i soldati fino alla fine e non esitarono a cedere il proprio giubbotto di salvataggio quando la nave canadese fu silurata da un sommergibile tedesco nel febbraio del 1943)

 

Quanto conta

la squama dentro un ventre

di balena?

Fin dove si risale

se il buio non ha uscita

ma solo una pendenza?

A quale dio mostrare

da vicino

lo squarcio di tribordo?

Le corde

sui fianchi della nave

le tubature rotte

i corpi soffocati

dai fumi di ammoniaca

e quelli già annegati?

Cos’è che tiene a galla

se il nulla avvolge tutto?

Se il mare è sopra e sotto

qual è il peso

(rispetto alla sua massa)

che ha il giubbotto

di un uomo che lo passa

togliendolo di dosso?

Da quali abissi viene

nell’ora della fine

la calma

di una benedizione?

 

Da Meccanica dei solidi/ Solid Mechanics, Puntoacapo Editrice, 2021.

 

*

 

Ci nomina l’azione

e ci conforma

? spinta

e tratto liminare.

 

Ma il risveglio

non è solo il commiato dalla notte:

è l’abbondare

di là da quel momento.

 

Così il senso

trabocca

dalla parola detta

(nel suo incessante corso).

 

E soprattutto

l’amore eccede il fare

e anche il suo farsi.

 

Da  A grandezza naturale. 2008-2018, Arcipelago Itaca, 2020.

 

Leggo Raffaela Fazio da diversi anni: è un poeta che ha una sua personalità e una sua verità molto umana da esprimere. È un poeta che crede nel libro compiuto, strutturato in ogni sua parte, un libro quindi che deve presentarsi nella sua unità. Questo perché, come si evince da tutte le raccolte che ha pubblicato in questi anni, Raffaela crede nell’uomo. Sembra un’affermazione banale, ma in realtà non è così, perché nel mondo contemporaneo siamo sollecitati da forze scure, e da diversi secoli abbiamo la consapevolezza di vivere in un cosmo che non è fatto per l’uomo. Dunque, credere nell’uomo, credere nella dimensione della “civitas”, come dicevano i latini, diventa sempre più difficile. La poesia spesso nel ‘900 è un esercizio di gemito, di lamento, oppure un esercizio di riflessione sul nulla del mondo e delle cose che ci circondano. Raffaela Fazio, invece, conserva in tutte le sue poesie una fiducia profonda nei valori del mondo. Questo l’ha dimostrato ad esempio in “Meccanica dei solidi” (Puntoacapo Editrice, 2021), una raccolta che, fra l’altro, ha una caratteristica speciale: è fondata su uno sguardo radicato proprio nella “civitas”. Si tratta di una galleria di figure che hanno dovuto affrontare, in un momento particolare della loro esistenza, un evento drammatico e che non hanno esitato a rispondere nel modo più generoso, più nobile, anche quando quell’evento significava la fine della loro stessa vita. Ma la poesia di Raffaela Fazio non è solo lì, nell’interesse civile: è radicata in una forma di amore più ampia, che è quella dell’amore per la vita in tutte le sue manifestazioni e in tutti i suoi aspetti. […] E la chiave di lettura della sua opera poetica è proprio la fiducia nell’amore, come “guardia di frontiera”, quale elemento che dà un senso al nostro stesso vivere e che, come lei stessa scrive in una poesia riportata nella quarta di copertina de “L’ultimo quarto del giorno”, La Vita Felice, 2018, consente anche la dimensione della gioia: “un fendente di gioia assoluta, insolente, non necessaria”.

(Giancarlo Pontiggia)

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