Rossella Pretto, La vita incauta

a cura di Alberto Fraccacreta

Glasgow

 

C’è un’aria di ferro nell’alba fredda che tenta di farsi largo tra le strade bagnate di Glasgow. Devo raggiungere la sua tomba, quella che si dice sia la sua tomba. A Iona, St. Columba Abbey, estrema propaggine scozzese. Al di là di Oban, al di là dell’isola di Mull, dopo lo stretto braccio di mare che lambisce Fionnphort. 

Scesa dall’albergo, ho raggiunto il bus che mi ha portato a Queen Street Station. Non sono entrata da George Square su cui si affaccia l’imponente ed elaborato municipio di Glasgow progettato dall’architetto William Young, ma da Dundas Street, una stradina abbastanza stretta e occupata dai lavori in corso in cui sfioro il buongiorno di alcune persone che emettono piccole nuvole di fumo denso.

Entro e mi dirigo alle macchinette da cui ritiro il biglietto prenotato su internet. Poi torno fuori ad accendere la prima sigaretta della giornata guardandomi intorno, stretta tra i mattoni della città che gareggia direttamente con Edimburgo, in quanto a innovazione, shopping e vita culturale e notturna. Niente mi toglie l’idea che sia una città industriale e operaia, piena di antri grigi e dalla vaga aria di ciminiera. Fatto sta che la mia visita è insufficiente a formulare la più vaga e imprecisa delle descrizioni. Mi accontento quindi delle impressioni personali con cui rientro in stazione e mi dirigo al treno senza però riuscire a trovare il mio posto a sedere.

Difficile capire il locale sistema di numerazione dei posti, anche se chiedo al controllore. Vago per le carrozze smarrita. E finalmente raggiungo il sedile prenotato. Un’impresa, come trovare il proprio posto nel mondo e io lo sto cercando tramite Macbeth, una delle tragedie più fosche di Shakespeare, materia della mia tesi incentrata sulla messa in scena della Compagnia dei Quattro e stoffa delle mie ossessioni di allora. Non è solo perché mio nonno, Elio Chinol, l’ha tradotta appositamente per la compagnia nel 1971 con gran successo di pubblico, tanto che una delle numerose recensioni titolava «Macbeth batte il Cantagiro» – una lunga tournée, con varie riprese, e un adattamento per la televisione – e dunque fa in qualche modo quasi parte del mio patrimonio genetico; piuttosto, essa contiene il dubbio che scuote ogni mente pensante, a mio parere.

Essere o agire?

 

Rossella Pretto, La vita incauta, Editoriale Scientifica

 

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Dalla quarta di copertina

 

Un viaggio sulle tracce della tomba di Macbeth, in Scozia. Un pellegrinaggio intimo, un reportage che si trasforma in un sorprendente lyric essay, a partire da una storica messinscena della tragedia di Shakespeare realizzata dalla Compagnia dei Quattro, nella traduzione di Elio Chinol, grande anglista e nonno dell’autrice di questo libro. Rossella Pretto fa così di un’ossessione personale una interrogazione su di sé e sulla vita: il cammino che la conduce, solitaria, nella terra di Macbeth, da Glasgow all’isola di Iona, estrema propaggine scozzese, nelle Ebridi, dov’è sepolto il re sanguinario, a Inverness, porta delle Highlands e loro capitale, tra paesaggi brumosi, verdi distese e rovine archeologiche, è soprattutto una ricerca interiore, una inquieta indagine su una ferita che non si rimargina, su una colpa che ha ucciso il sonno e spinge a cercare, tra memorie familiari e fantasmi shakespeariani, il proprio posto nel mondo.

 

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Proposto da Wanda Marascoal Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:

 

«La vita incauta è un libro che non assomiglia a nessun altro, che sfugge a qualsiasi definizione di genere, e questo è già un primo motivo di notevole interesse, che lo distingue dalla maggioranza della produzione narrativa corrente. È prima di tutto, certo, il reportage di un viaggio compiuto sulle tracce della tomba di Macbeth, in Scozia. Pretto – poetessa, traduttrice e scrittrice – ci descrive infatti il suo pellegrinaggio da Glasgow all’isola di Iona, nelle Ebridi, a Inverness, porta delle Highlands, tra paesaggi brumosi, verdi distese e rovine archeologiche. A guidarla è una sorta di ossessione che la tragedia di Shakespeare da sempre esercita sulla sua vita, e che ha motivazioni personali e radici familiari. Il nonno è Elio Chinol, il grande anglista, critico e traduttore shakespeariano, ma anche lo studioso di T.S. Eliot. E proprio il nonno Elio e il poeta Eliot sono tra le figure tutelari che prendono più corpo accompagnando la viaggiatrice. Questa commistione tra reportage storico-letterario e romanzo familiare dà vita a una scrittura ibrida di notevole forza espressiva, un personal essay dove le pagine in corsivo che si alternano al diario di bordo sembrano provenire da un misterioso Altrove, quasi una voce da suggeritore per un monologo intessuto di squarci lirici. Sono questi momenti a materializzare un passato segnato da una ferita non rimarginata, ovvero una forma di maternità “alternativa”, che, come ogni genitorialità, porta con sé una colpa capace di uccidere il sonno. Pretto dimostra una sorprendente maturità di scrittura nell’affrontare questa originale esplorazione “del male e dell’oscurità in cui si viene gettati dalla scelta sbagliata”, con la consapevolezza che, a conti fatti, solo se “incauta” la vita val la pena di essere vissuta».

 

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Rossella Pretto (Vicenza, 1978) poetessa, traduttrice e scrittrice, ha pubblicato il poemetto Nerotonia (Samuele Editore, 2020), ispirato al Macbeth. Con Marco Sonzogni ha curato e tradotto Memorial di Alice Oswald (Archinto, 2020) e l’edizione delle traduzioni sofoclee di Seamus Heaney (Il Convivo Editore, 2022). Ha curato inoltre La Terra desolata di T.S. Eliot nella traduzione di Elio Chinol (Interno Poesia, 2022). È presente in diverse antologie poetiche e nell’antologia di racconti curata da Filippo Tuena, L’ultimo sesso al tempo della peste (Neo Edizioni, 2020). Suoi articoli sono apparsi su «Alias il manifesto», «Poesia», «L’Ottavo», «Journal of Italian Translation», «Studi Cattolici».

Un pensiero su “Rossella Pretto, La vita incauta

  1. paolo valesio

    Mi interesserà molto leggere questo libro, tessuto intorno alla più rapida e lacerante fra le tragedie di Shakespeare,

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