Così tanto (la poesia di Claudio Damiani)

Damiani
La poesia di Claudio Damiani è fragile e forte, vera, il contrario della pubblicità che ammorba le giornate, un antidoto da portarsi dietro in caso – assai probabile – di avvelenamento da demenza indotta. L’umanità che emerge dai suoi versi si toglie l’armatura e resta indifesa, come dire autentica, capace di riconoscere l’assurdità inaccettabile dell’odio e di ogni distanza artificiale. È una denuncia biblica quella dei “vip, con quelle facce da maiali/ che si rotolano nella loro merda”. Una sapienza di vita quotidiana evoca valori che rischiano ogni volta d’apparire relitti del passato: l’onestà, la laboriosità; ma al contempo risuscita le fantasie infantili, sentite come unica, vincente terapia: la favola degli alberi che dormono in piedi, per esempio, col piacere insuperabile di stare vicini. Nessuna meraviglia se persino gli atomi vengono sentiti come vivi, se un protone si possa immaginare innamorato o sia possibile imbastire un romanzo su una semplice lucertola. La precarietà della vita si dimostra col fatto che le pompe funebri sono le imprese più solide dell’economia. Sul versante opposto, spicca l’infinita varietà di erbe di cui si nutrono le pecore, i sentimenti che le uniscono in una comunicazione universale, che conduce a superare la paura della morte, ad essere contenti, addirittura, di poterne fare, insieme, l’esperienza. Le realtà importanti, dunque, non sono la fama o la ricchezza: semmai è la gentilezza – udite, udite – a contare veramente. A questo punto, nulla è impossibile: come dare nomi nuovi ai luoghi della luna, al posto di “quei nomi del cazzo” decisi dagli astronomi. È un ritorno alle origini, una sorta di Battesimo che riporta all’innocenza dell’infanzia, alla comunità allegra e solidale di quando ancora si credeva in qualcosa:
“E anche questa piccola vita che hai/ ti viene da piangere a come è smisurata/ come va oltre ogni immaginazione/ se può contenere così tanto”.

Claudio Damiani, Il fico nella fortezza, Fazi, 2012.

4 pensieri su “Così tanto (la poesia di Claudio Damiani)

  1. Francesco

    La poesia di Claudio Damiani è da poco entrata nella mia vita, ma è stato come scoprire qualcosa che avevi già dentro. C’era bisogno pero’ che qualcuno la oggettivase, le desse una forma. Una forza delicata che nella sua semplicità ti sorprende per il pensiero profondo che scuote l’anima.
    A questo proposito ne cito una tra le tante:
    “Tu medita cosa significhi <>,
    questa parola semplice che è sulla bocca dei bambini,
    pensaci anche tutta la vita
    non avrai perso tempo.
    Claudio Damiani Il fico sulla fortezza
    Cari saluti
    Francesco

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  2. ema

    “giungere alla vita per riportare l’ordine / o qualcosa che è stato perduto, riconquistarlo, / una missione che ci sfugge, eppure lo sentiamo, / sentiamo che andiamo, anche nelle continue cadute, verso un bene lontano sempre più vicino”.

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  3. annamaria ferramosca

    Una parola, quella di Damiani, sempre densa e insieme fruibile da tutti. Obbedisce con semplicità alla triade che fa di una scrittura, Poesia: cattura subito l’attenzione, trasmette senso, resta memorabile.
    E tu, Fabrizio, che a volte ti schermisci, continua a presentare poesia nel tuo modo così sincero, fa davvero bene.

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