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La parola ai poeti. Biagio Accardo

La mia fede nella poesia

Credo nella poesia, nella sua forza mite, nella sua capacità di  ridestare in noi il senso di un’origine, un senso che le logiche spersonalizzanti del mondo sembrano voler eclissare dal nostro orizzonte. Credo nella sua forza di vigilanza, quasi di profezia, nel suo sguardo che tutto riflette, senza che nulla riesca veramente a definirla o ingabbiarla in pretese concettuali; credo nella poesia perché credere in essa significa coltivare la prospettiva della speranza e della continua rinascita interiore. 

Senza la poesia avrei ceduto al mondo, avrei accettato che gli eventi scrivessero il resoconto, in vero deludente, del mio esistere; grazie alla poesia invece mi è stato possibile vivere un continuo cominciamento, considerando il tempo, le persone, gli accadimenti come un dono sempre inedito e salvifico.

Credo nella poesia e nella sua opera ricostruttiva, e dunque credo nella sua parola come unica realtà in grado di ricucire dimensione esterna e interna dell’uomo; le do fiducia perché è grazie a lei che ognuno conserva la memoria fondamentale del proprio essere, che è quella di essere e rimanere “umani”. Continua a leggere

Biagio Accardo, Luce del più vasto giorno


di Giannino Piana

La raccolta di queste splendide liriche di Biagio Accardo presenta una ricchezza di motivi accomunati da un coinvolgimento personale, nel quale trova espressione, con rara finezza, il mondo interiore del poeta. La poesia è sempre, al là dei temi affrontati (anche di quelli apparentemente lontani da questa finalità), la “cifra” di una tensione esistenziale della persona. Ma nel caso di Accardo essa presenta connotati del tutto particolari, e non solo per l’insistenza con cui tale tensione ritorna – vi è qui un continuo, diretto riferimento a vicende personali – ma anche (e soprattutto) per l’esistenza di un “filo rosso” che attraversa l’intera narrazione e che forma l’ordito di un tessuto che ha per oggetto il “sacro” nelle sue più variegate manifestazioni. Continua a leggere

Intervista a Biagio Accardo


di Luca Pizzolitto

1 domanda: Luce del più vasto giorno (la tua ultima silloge) ripercorre un arco di vita di più di dieci anni: poesie scritte due lustri fa, altre composte in un periodo intermedio, altre in questi ultimi mesi. Com’ è stato il lavoro di revisione ed unione di testi così distanti nel tempo? Continua a leggere